Voleva fare il pugile ma diventò il gregario di Miguel
Indurain. Armand de Las Cuevas se ne è andato...

Voleva fare il pugile ma diventò il gregario di Miguel
Indurain. Armand de Las Cuevas se ne è andato in silenzio, così come aveva
attraversato la vita.
Dicono così, che Armand
de Las Cuevas aveva lo sguardo malinconico anche quando vinceva. Dicono che
si è suicidato la settimana scorsa, a l'ÃŽle de la Réunion dove si era
rifugiato da vent'anni, dopo aver chiuso definitivamente con il ciclismo. Un periodo della sua vita, ecco tutto, così
diceva invece Armand, che come tutti quelli che hanno battaglie in sospeso con
i loro fantasmi, non era solito parlare di sé. Non gli piacevano le luci della
ribalta, avrebbe voluto fare il pugile
ma si era accorto di essere più bravo sulla bicicletta e aveva scelto di fare
il ciclista. Un lavoro come un altro, come andare in fabbrica: faticare sotto
il sole come al fianco di una macchina. Quella macchina si chiamava Miguel Indurain. Armand fu il suo
gregario più fedele e più controverso. Era ribelle, dicono. Ma si guadagnava il
pane a testa bassa come un operaio qualsiasi. Era un artista, dicono. Perché a
cronometro era semplicemente sé stesso.
Armand de Las Cuevas era fatto per lottare
contro il tempo, disegnato sul vento, come forse si sarebbe definito, con
quel modo che aveva di parlare per immagini e che '“ naturalmente '“ nessuno
capiva.
'Devo ringraziare la luce'
Il ciclismo era più
sincero, lì dove si poteva battere con il ticchettio di un orologio e la
vittoria poteva essere scandita. Lì dove, nelle giornate migliori, poteva
davvero battere chiunque.
Ma tutte le speranze che i francesi riposero in Armand si rivelarono, nei brevi
anni della sua carriera, quasi vane. Vinse un Campionato Nazionale nel 1991, una tappa del Giro d'Italia nel 1994 e poi una Classica di San Sebastian e un Criterium du Dauphiné nel 1998. Una
decina d'anni che bastarono a classificarlo come una delle meteore degli anni Novanta, anche se lui era forte
davvero ma, come spesso succede, nessuna fortuna lo aveva aiutato mai.
Nel 1999 fece una semplice telefonata per dire che non sarebbe partito per il Giro
d'Italia. Si ritirò dal ciclismo improvvisamente, da un giorno all'altro. Forse
si stancò della bici, o forse si stancò della
vita in bici, il che è profondamente diverso. Di sicuro ad Armand non era
mai piaciuta l'idea di sacrificare il tutto e per tutto per una sola cosa. Andò a vivere in campagna per un breve periodo
e poi si rifugiò a la Reunion, circondato dal mare, lontano dal resto.
'Negli ultimi chilometri sentivo la montagna' disse una
volta, dopo una tappa del Tour de France,
'ma il vento mi è dentro'.
Ora che lui stesso è vento, gli ultimi chilometri della sua vita restano avvolti nel silenzio e della sua storia
scrivono quelli che l'hanno visto correre e poi sparire dalle scene, farsi
dimenticare.
Dicono che era fragile, come tutti i ribelli in fondo.