Al Tour de France Chris Froome affronterà una delle sfide
più difficili della sua carriera: centrare...

Al Tour de France Chris Froome affronterà una delle sfide
più difficili della sua carriera: centrare la doppietta.
Se la lotta per la maglia rosa ha vissuto sul duello tra Froome e Dumoulin nei mesi che
precedevano il Giro e poi ha trovato in Yates
un grande protagonista, prima di lasciare spazio proprio alla battaglia tanto
annunciata, il Tour sin dalla vigilia
parte con una marcia decisamente più
alta visto che, ad eccezione di Pinot, tra quelli che nelle ultime due
stagioni hanno fatto vedere le cose migliori nei GT, non manca nessuno.
Se i corridori che possono puntare realmente alla maglia gialla finale possiamo
restringerli a 5/6 elementi, quelli che possono ambire al podio sono almeno una decina, numero destinato
quasi a raddoppiare per chi punta ad entrare tra i primi 10.
Pur essendoci Nibali, Quintana, Porte, Bardet, Uran, Landa,
Valverde, Dumoulin, Daniel Martin, Majka, Adam Yates, Zakarin , Mollema,
Barguil, Kruijkswijk e Jungels, il corridore più atteso sarà inevitabilmente Chris Froome, sia per la forza sua che
della squadra, sia per la recente
assoluzione nel caso salbutamolo relativo all'ultima Vuelta. Un'assoluzione
che per quanto non cambierà il giudizio che ognuno di noi ha in merito a Chris
e alla sua carriera, ha sancito in maniera definitiva i suoi successi a Vuelta 2017 e Giro 2018, rendendolo di fatto anche a livello di palmares uno dei migliori interpreti della storia del
ciclismo per quanto concerne le corse a tappe.
Dopo aver conquistato il quarto Tour e aver vinto la Vuelta,
diventando il terzo corridore, dopo
Hinault e Anquetil, a centrare la doppietta
Tour-Vuelta, ma il primo a riuscirci da quando la corsa spagnola si corre
dopo quella francese, si è messo in testa di riscrivere la storia dei GT. Vincendo il Giro, è diventato il
settimo corridore, dopo Anquetil,
Gimondi, Merckx, Hinault, Contador e Nibali a centrare la tripla corona, ovvero a vincere Giro, Tour e Vuelta, e il terzo,
a detenerli contemporaneamente, dopo Merckx e Hinault.

Per questa stagione ha deciso di alzare ulteriormente l'asticella e il tentativo di realizzare la
doppietta Giro-Tour a 20 anni di distanza
dall'impresa compiuta da Marco Pantani e tentata senza successo da un
discreto numero di corridori nel corso degli anni, è sicuramente la scommessa più difficile della sua carriera.
Primeggiare in due GT consecutivi è probabilmente il massimo
che possa fare un corridore da grandi corse a tappe e già la doppietta dello
scorso anno dovrebbe darci l'esatta dimensione di ciò che ha fatto o che è
diventato Chris Froome, visto che l'ultimo a riuscirci era stato proprio
Pantani.
Se la doppietta Tour-Vuelta, per quanto mai riuscita a
nessuno prima di Froome dallo spostamento in calendario della corsa spagnola, è
considerata un'impresa più "facile"da raggiungere, in quanto nessuno
o quasi prepara la Vuelta come obiettivo stagionale, la doppietta Giro-Tour appare ai limiti dell'impossibile,
soprattutto perché quasi ogni anno il Tour è l'obiettivo stagionale per la
maggior parte degli uomini di classifica, e negli ultimi anni ha respinto numerosi corridori.
Tralasciando i tentativi andati a vuoto sin dal Giro come quelli Quintana lo
scorso anno o quelli di Sastre nel 2009 ed Evans nel 2010, Simoni (2003),
Savoldelli (2005), Menchov (2009), Basso (2010), Contador (2011 e 2015),
Hesjedal (2012) e Nibali (2016) si sono presentati al via del Tour dopo aver
vinto il Giro ma tra questi solo Contador li aveva preparati realmente entrambi
ed è riuscito a raccogliere due quinti posti, risultati certamente importanti,
ma non in linea con quelli raccolti in precedenza, soprattutto se pensiamo al
tentativo del 2011.
Nelle ultime due stagioni, Froome, dopo aver vinto il Tour
ha mostrato un livello simile alla
Vuelta, dove nel 2016 la vittoria gli è sfuggita nella tappa di Formigal
quando lui e i suoi uomini si fecero sorprendere dalla fuga ad inizio tappa di
Quintana e Contador. Come lo scorso anno, Chris si è presentato al via del suo
primo GT stagionale senza vittorie all'attivo e ha iniziato il Giro con il
chiaro intento di difendersi nelle prime due settimane di corsa per poi provare
a recuperare nella terza settimana, ma una condizione inferiore alle attese lo
ha costretto a dover realizzare l'impresa della carriera, nella tappa delle
Finestre, per ribaltare il Giro,
dovendo dare fondo a tutto se stesso al contrario di quanto accaduto negli
ultimi due Tour.
Se l'anno scorso nelle prime tappe della Vuelta aveva
sfruttato la condizione del Tour per guadagnare sugli avversari in modo da correre
le ultime tappe controllando la situazione, stavolta non potrà farlo visto che
sebbene nei primi dieci giorni ci saranno tappe importanti come la cronosquadre
o quella del pavé, le salite inizieranno
solo nella seconda settimana.
Proprio per questo è ipotizzabile che come accaduto al Giro,
Froome vada in crescendo di
condizione, puntando sulla grande forza della propria squadra per guadagnare terreno
nella cronosquadre e per inventarsi qualcosa o per difendersi nella tappa del
pavé, dove Thomas, Moscon, Kwiatkowski e Rowe sono il contingente numericamente
più importante tra le squadre degli uomini di classifica. In montagna, mancherà
la solidità e la costanza di un corridore come Nieve, ma Thomas sembra cresciuto ulteriormente e Bernal, per
quanto all'esordio in un GT, ha
dimostrato di essere un fenomeno. Poels, anche se con poca continuità,
quando è in giornata, in salita è uno dei migliori e sia Moscon che Kwiatkowski
l'anno scorso sono stati fortissimi in alcune tappe di alta montagna tra Vuelta
e Tour. Rowe e Castroviejo oltre ad essere fondamentali
nella cronosquadre saranno i due uomini deputati a scandire il ritmo in
pianura, con lo spagnolo pronto ad entrare in azione anche sulle prime salite
di giornata.
Per tanti è praticamente impossibile centrare la doppietta Giro-Tour nel ciclismo iper
specializzato di oggi ma Froome ha dimostrato che è l'uomo adatto per riuscirci
- è vero che le stesse speranze le riponevamo su Contador, ma lo spagnolo non
ha mai mostrato la continuità di Froome in due GT consecutivi - sia per la propria forza, che per quella della
sua squadra che in cinque anni di GT lo ha lasciato "solo" appena in
due occasioni: a Formigal e in una tappa sui Pirenei nel 2013 quando gli
avversari non seppero approfittarne. Inoltre Froome ha dimostrato di tenere
meglio di chiunque altro i due GT consecutivi e di saper pianificare al meglio
i suoi picchi di forma. Se dovesse portare a casa anche il Tour dopo il
Giro, ci troveremmo senza alcun dubbio davanti al miglior interprete dei GT di
questo secolo.