Dopo 19 anni il Giro torna sul Gran Sasso e lo fa nel
ricordo di Marco Pantani.
Pantani, su questa ...

Dopo 19 anni il Giro torna sul Gran Sasso e lo fa nel
ricordo di Marco Pantani.
Pantani, su questa salita, nel 1999 prese tappa e maglia in
un Giro che poi avrebbe dominato in lungo e in largo fino a quel maledetto 5
Giugno e ai fatti di Madonna di
Campiglio.
Dopo la doppietta
Giro-Tour del 98, Marco Pantani punta a bissare quel risultato
straordinario anche nel 1999 e per farlo si presenta al Giro già in buona forma.
Dopo l'antipasto del Monte Sirino,
una salita troppo facile per fare selezione, l'occasiona giusta per scoprire le
proprie carte, è rappresentata dall'arrivo a Campo Imperatore, una salita dalle pendenze non impossibile ma
lunghissima con i suoi oltre 40 km intervallati da qualche km in
contropendenza. A rendere il tutto ancora più difficile è il clima che attende
i corridori, con pioggia e freddo ad accompagnarli per tutta la tappa e muri di
neve, a bordo strada, sulla salita finale.
A sognare di prendersi la tappa sono in tanti dalla maglia
rosa Jalabert al padrone di casa Danilo Di Luca, da Ivan Gotti a Josè Maria
Jimenez che come Pantani hanno nelle
salite il loro terreno di caccia preferito, da Savoldelli a Zulle, per
finire con Caucchioli e Piccoli i due fuggitivi di giornata, che avevano
iniziato a sperare nel colpaccio, ai
piedi della salita finale, quando, prima che Pantani mettesse tutti i suoi
uomini in testa al gruppo a tirare, il loro vantaggio era ancora di 9 minuti.
L'azione di Piccoli e Caucchioli termina a 7 km dal
traguardo, ma la bagarre tra gli uomini di classifica, inizia negli ultimi
quattro km quelli più difficili. Quando Pantani inizia ad accelerare, tra i primi a perdere contatto è la maglia
rosa che preferisce salire del proprio passo, alla ruota del pirata restano Gotti,
Camenzind, Jimenez e Frigo ma ben presto, solo Ivan Gotti riuscirà a tenere il
passo di Pantani, ma lo farà per un breve tratto visto che a 1800 metri dal
traguardo, dinnanzi all'ennesima accelerazione, dovrà lasciarlo andare, pagando
gli sforzi fatti per seguirlo, al punto da essere superato e staccato anche da Jimenez e Zulle.
Sul Gran Sasso, su una salita non proprio ideale per le sue
caratteristiche, Marco fa capire senza indugi chi sia il più forte in gara e
anche se il giorno successivo nella crono di Ancona la maglia tornerà sulle
spalle di Laurent Jalabert, è chiaro che si tratti solo di una maglia a tempo,
in attesa che inizino le tappe di montagna.

Quello fu solo il primo show di un Giro che Pantani dominò e sebbene mancarono
alcuni dei rituali a cui ci aveva abituato in quegli anni, come il togliersi la bandana prima dello scatto,
resta uno dei successi più iconici della sua carriera sia perché lo riportò in
rosa sia per il clima che circondava il
Giro in quei giorni con le polemiche sui controlli anti-doping del CONI.
Adesso che il Giro torna a Campo Imperatore la speranza è di
vedere i grandi protagonisti del Giro giocarsi la tappa perché su certi arrivi
è decisamente più affascinante
vedere una lotta tra gli uomini di classifica che assistere alla giornata di
gloria di un fuggitivo.