Il Tour de Suisse aveva perso lo smalto di un tempo ma quest'anno
le cose sono cambiate e la corsa s...

Il Tour de Suisse aveva perso lo smalto di un tempo ma quest'anno
le cose sono cambiate e la corsa sta ritrovando l'antico splendore.
Tra le grandi corse storiche, il Tour de Suisse è una di quelle che negli ultimi anni ha sofferto
maggiormente l'iper specializzazione
del ciclismo attuale, con sempre più corridori di un certo livello che scelgono
pochi e selezionati obiettivi, correndo il resto della stagione in funzione di
questi.
Se fino agli anni 50, per tanti campioni era un vero e proprio obiettivo stagionale,
visto che era considerata la terza corsa a tappe per importanza, da quando nel
1955, è passato dalla fine di agosto alla collocazione attuale in calendario,
vale a dire tra Giro e Tour, è entrato in competizione col Delfinato, che
rappresentava l'avvicinamento ideale al
tour de France.
Se per tantissimi anni le due corse hanno vissuto di pari
passo, con la gara elvetica che forte del suo status di corsa storica riusciva
ad attirare un buon numero di corridori importanti, da quando è nato il World Tour che di fatto ha equiparato le due gare, non c'è stata
più gara, con la corsa francese che a livello di startlist ha sovrastato quella
svizzera.
In questi anni difficili, il Tour de Suisse - al contrario
del Delfinato, dove negli ultimi
anni i corridori hanno trovato tappe e condizioni simili a quelle della
"Grande Boucle" - non ha mai voluto considerarsi come una corsa di
preparazione, con gli organizzatori che hanno provato a disegnare percorsi nuovi e meno esigenti dal punto di vista
tecnico, senza troppe salite dure e senza veri e propri tapponi di montagna.
Questa nuova concezione della gara ha portato ad avere una corsa più incerta e aperta a più
tipologie di corridori, basti pensare che nel 2009 ha vinto Cancellara davanti a Tony Martin, mentre nelle ultime sei
edizioni, solo nel 2016, si è imposto uno scalatore puro come Miguel Angel Lopez.

Nonostante l'assenza dei grandi interpreti dei GT, nel loro
complesso, le startlist del Giro di Svizzera, anche negli anni più bui, sono
rimaste di buon livello con tanti
corridori che si presentavano al via della corsa elvetica per vincere tappe, Sagan su tutti, o per puntare alla
vittoria finale più che a prepararsi per il Tour, come dimostrano i tre
successi di Rui Costa, i due di Spilak o quello di Lopez negli ultimi 6 anni.
Dopo anni senza i grandi favoriti del Tour al via, quest'anno le cose sono un po' cambiate.
Grazie allo slittamento di una settimana del Tour de France, sono tanti i
corridori di livello che hanno scelto di correre il Tour de Suisse. Se Nibali, Bardet e Thomas hanno
scelto comunque il Delfinato, tre tra i corridori più attesi per il prossimo
Tour come Porte, Landa e Quintana hanno invece scelto la gara svizzera, sia per la maggior
vicinanza col Tour sia per un percorso meno esigente ma certamente non banale con tutte tappe mosse e
senza quei tapponi di montagna che in fase di preparazione, non sempre sono
l'ideale.
A completare il tutto la presenza di grandi cacciatori di
tappe come Sagan, che con 16 vittorie
è il corridore ad aver vinto più tappe nella storia della corsa svizzera, che
se la sta vedendo con Van Avermaet, Gilbert, Gaviria, Matthews, Colbrelli,
Kristoff, Demare.
Improvvisamente il Tour de Suisse pare aver ritrovato il vigore di qualche anno fa,
vedremo se sarà stato solo un caso dettato dallo slittamento del Tour de France
o se ricorderemo questa edizione del Tour se Suisse, come quella dell'inizio
della ripresa.