Ecco cosa ci sta
regalando la campagna del Nord tra Giro delle Fiandre e Parigi - Roubaix.
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Ecco cosa ci sta
regalando la campagna del Nord tra Giro delle Fiandre e Parigi - Roubaix.
Con la stagione delle classiche del pavé prossima alla
conclusione, visto che all'appello mancano solo la Scheldeprijs e quella Parigi-Roubaix
che da sola vale una stagione, possiamo tracciare un primo bilancio su ciò
che ci ha detto questa campagna del Nord. Una campagna che avrebbe dovuto
regalarci nuovi protagonisti, visto che per la prima volta non ci sono i due
corridori che hanno dominato la scena di queste corse nel nuovo millennio, vale
a dire Tom Boonen e Fabian Cancellara.
A raccogliere l'eredità di questa sfida lo scorso anno sono
stati Greg Van Avermaet e Peter Sagan, ma quest'anno non li
abbiamo mai visti scontrarsi per la vittoria e di conseguenza sono un po'
mancati i duelli tra i grandi campioni, visto che in più occasioni abbiamo
assistito ad azioni solitarie che
per quanto entusiasmanti, hanno tolto un po' di pathos ai finali di gara.
Tra squadre e corridori sono tanti quelli che fanno della
stagione del pavé il periodo clou della propria annata e da un po' di anni a
questa parte la Quick Step è la
squadra di riferimento, merito di un roster ricco di campioni ma anche di
gregari decisamente avvezzi a questo tipo di prove. Senza più Tom Boonen in
squadra, per tanti corridori alla corte di Patrick
Lefevre sono aumentati spazi e
responsabilità, dalle classiche più importanti alle semiclassiche, passando
per le classiche World Tour.
Oltre a Gilbert reduce da un 2017 semplicemente fantastico, Niki
Terpstra e Zdenek Stybar erano
gli altri due uomini di riferimento per questa campagna del Nord, con Yves Lampaert pronto a ricoprire quel
ruolo di mezzapunta che fino allo scorso anno era di Matteo Trentin, mentre Fernando Gaviria ed Elia Viviani, spinto da
un grande inizio di stagione, erano i capitani per le prove più facili.

Come non si vedeva da anni, questa campagna del Nord è stata
completamente appannaggio di una sola squadra, quella Quick Step che ha
lasciato agli avversari solo tre delle
undici corse fin qui disputate e in una di queste, la Gand, solo un
grandissimo Peter Sagan ha tolto il successo ad Elia Viviani. Gli uomini di
Lefevre hanno vinto Samyn (Terpstra), Dwars door West-Vlaanderen (Cavagna), Nokere
Koerse (Jakobsen), Handzame Classic (Hodeg), Driedaagse De Panne (Viviani), E3
Harelbeke (Terpstra), Dwars door Vlaanderen (Lampaert) e Fiandre (Terpstra)
chiudendo con due uomini sul podio in
quattro occasioni tra cui Harelbeke e Fiandre, mostrando una superiorità
talmente schiacciante da far impallidire anche campioni come Van Avermaet e
Sagan, o grandi interpreti di queste corse come Vanmarcke e Naesen che hanno
quasi rinunciato ad attaccare consci che la superiorità della Quick Step non li
avrebbe fatto andare lontano.
Già a Le Samyn con l'attacco di Terpstra e Gilbert si era
capito che aria tirasse ma col passare delle gare, abbiamo visto una superiorità quasi antipatica. A
tratti, è parso si aspettasse solo il momento che uno dei big della squadra
belga, scegliesse il momento giusto per l'attacco vincente, sfruttando anche la
presenza dei compagni di squadra nel gruppetto dei migliori a rompere l'accordo
tra gli inseguitori.
Oltre alla forza dei singoli corridori, a rendere
ingiocabili queste corse, è stata anche la grande complicità tra i vari corridori della Quick Step,
che in tutte le occasioni hanno messo il
bene della squadra davanti a quello personale, sacrificando ambizioni e
vittorie personali, solo così si spiega la mancanza di vittorie di Philippe Gilbert
e Zdenek Stybar che in più occasioni hanno dimostrato di avere la gamba per
vincere.
Ora, dopo la Scheldeprijs che non vedrà la formazione belga
partire coi favori del pronostico vista l'assenza di Viviani, resta da vincere solo la Roubaix per
rendere perfetta una campagna del Nord fin qui straordinaria e anche stavolta
le carte da giocarsi sono tante, da Terpstra che punta a quella doppietta
Fiandre-Roubaix riuscita per due volte a
testa sia a Cancellara che Boonen negli ultimi 15 anni; a Stybar che a 33
anni e dopo i due secondi posti del 2015 e del 2017 punta a centrare il
successo più importante della sua carriera; a Gilbert che dopo una campagna del
nord ricca di piazzamenti punta ad aggiungere alla sua collezione di Monumento
anche quella Roubaix che fin qui mai era stata un suo obiettivo.