Il Giro d'Italia si rivela sempre più un limite per il Team Sky. Riuscirà Chris Froome a sciogliere ...

Il Giro d'Italia si rivela sempre più un limite per il Team Sky. Riuscirà Chris Froome a sciogliere un tabù?
Quello tra il Team
Sky e il Giro d'Italia è un rapporto strano, quasi
come quelle storie d'amore che non riescono mai a sbocciare completamente. Un
po' per colpa dello squadrone britannico che storicamente ha preferito
riservare per il Tour ambizioni e uomini migliori, un po' per colpa del Giro che
continua ad essere una corsa più imprevedibile e meno controllabile del Tour,
dove i dettami scientifici della Sky hanno trovato terreno fertilissimo per
attecchire.
Se al Tour tutto sembra girare a meraviglia, al Giro le cose
sono decisamente diverse con ben quattro edizioni in cui i loro capitani sono
usciti dalla contesa ancor prima che iniziassero le tappe decisive. Parlare di
sfortuna è probabilmente riduttivo visto che il Giro ha sicuramente più variabili, dalle condizioni
atmosferiche alle tappe meno controllabili ma è diverso anche il modo in cui
Sky si avvicina al Giro visto che il blocco della squadra non è mai compatto
come quello che si presenta al Tour, dove da anni Froome segue un percorso di
avvicinamento ben definito e il grosso della squadra lo supporta anche nelle
gare di preparazione.
Nonostante fino a quest'anno Froome - capitano e simbolo
della squadra britannica e del loro modo di intendere il ciclismo - non aveva
mai pensato di venire al Giro per vincerlo, negli anni, Sky si è presentata in
Italia con formazioni competitive e con corridori con
ambizioni di vittoria finale più o meno concrete. Presente al Giro sin dalla
sua nascita, l'approccio col Giro per la formazione britannica non poteva
essere migliore visto che nel 2010 Bradley Wiggins si impose nella crono di
Amsterdam vestendo anche la prima maglia rosa.

Se nelle prime due stagioni si presentarono senza ambizioni
di classifica, nel 2012 la squadra
di Brailsford cura la classifica e lo fa con due giovani colombiani: Rigoberto Uran e Sergio Henao che chiudono
rispettivamente al settimo e al nono posto, col primo che si aggiudica anche la
maglia bianca di miglior giovane.
Dopo la vittoria del Tour 2012 con Bradley Wiggins e
l'esplosione di Chris Froome, per il 2013
Sky si presenta in Italia con l'intento di conquistare la maglia rosa finale.
L'uomo designato per compiere tale missione è proprio Bradley Wiggins. Alla partenza di Napoli il baronetto inglese è
attesissimo ma le sue ambizioni naufragheranno ben presto, visto che prima che
inizino le grandi salite il suo Giro è già finito. Dopo aver perso terreno prezioso, in una frazione che
doveva essere interlocutoria, come quella di Pescara e aver mancato anche l'appuntamento con la vittoria nella
maxicrono di Saltara che pareva disegnata
apposta per lui, Wiggo si ritira al
termine della dodicesima tappa per una bronchite che gli impedisce di essere al
meglio, in realtà quello sarà l'ultimo GT a cui prenderà parte, ormai stanco
dei sacrifici necessari per primeggiare nelle corse di tre settimane. A tenere
alto l'onore dei britannici e a conquistare il primo e finora unico podio al
Giro, è Rigoberto Uran che vincendo
la tappa del Montasio si prende i
gradi di capitano della squadra e acquisisce quella sicurezza necessaria per
una corsa da protagonista. Non impensierisce mai Nibali ma il secondo posto finale è un risultato che
fa sembrare ormai maturi i tempi per allungare le mani anche sul Giro .
Perso Uran, partito alla volta della Quick Step, il Giro 2014 per la Sky è avaro di soddisfazioni.
Le ambizioni tornano nel 2015, quando a guidare la squadra c'è Richie Porte che si presenta al Giro dopo aver
ben impressionato nella prima parte di stagione. L'obiettivo del tasmaniano,
smanioso di dimostrare che ha tutto per fare il capitano, è quello di vincere.
Dopo un inizio incoraggiante, testimoniato dal terzo posto in classifica a
22" da Alberto Contador, nel corso della decima tappa, una frazione per
velocisti, una foratura gli costa
carissimo. A dargli la ruota, non è un suo compagno di squadra, la sua
ammiraglia o la vettura del cambio ruota ma Simon Clarke che corre per l'Orica ed è una cosa vietata dal regolamento.
Oltre ai 47" persi dal gruppo maglia rosa, gli viene comminata una penalità di due minuti e praticamente
il suo Giro si chiude lì, visto che si ritirerà dopo essere uscito di
classifica.
Nel 2016 il
capitano è Mikel Landa, arrivato
dall'Astana dopo il podio al Giro 2015. Dopo un inizio di stagione difficile,
col passare delle tappe la sua condizione cresce e nella crono di Chianti si
difende benissimo concedendo solo 7" a Nibali ma quando tutto sembra
andare per il meglio, un virus intestinale lo mette ko. Dopo il giorno
di riposo, sulla prima salita di giornata, il tutt'altro che irresistibile
Passo della Collina, perde le ruote del gruppo e dopo qualche altro chilometro
di agonia, arriva il ritiro.
Visti i trascorsi poco fortunati, per il Giro numero 100, che scatta dalla Sardegna, Sky si presenta con due capitani
Mikel Landa e Geraint Thomas. La tappa per iniziare a capire
i valori in campo è la numero nove, quella che si conclude in cima al Blockhaus ma una caduta a pochi chilometri dall'inizio dell'ascesa finale,
incredibilmente coinvolge entrambi i capitani della Sky. Se Thomas cerca di
limitare i danni chiudendo comunque a 5' da Quintana, Landa esce completamente
di classifica arrivando con 26' di ritardo. Ancora una volta i piani dello
squadrone britannico vanno a farsi benedire e se Thomas, dopo il secondo posto
nella crono di Montefalco, che di fatto lancia Dumoulin verso la vittoria
finale, deciderà di lasciare il Giro per preservarsi in vista del Tour dove
dovrà lavorare per Froome, Landa
senza troppe pressioni inizia a correre per vincere una tappa. In salita
dimostra di essere tra i migliori e oltre al successo di Piancavallo, dopo i secondi posti di Bormio e Ortisei, conquista la
maglia blu di miglior scalatore. Un
bottino importante ma insoddisfacente per che chi era partito per conquistare
la maglia rosa finale.
Dopo aver conquistato cinque Tour de France e una Vuelta a España,
Sky, per mettere fine alla maledizione del Giro, ha deciso di puntare tutto su Chris
Froome che dopo la doppietta
Tour-Vuelta punta a quella Giro-Tour. L'inizio è stato tutt'altro che
confortante con Chris caduto ancor
prima che iniziasse il Giro nella ricognizione della crono inaugurale di
Gerusalemme. Una caduta che ne ha in parte compromesso il rendimento nella
crono, dove in 10 chilometri ha concesso 37" a Tom Dumoulin. Nei prossimi
giorni vedremo se questo rimarrà uno sfortunato episodio o sarà il preludio
all'ennesima delusione Sky sulle strade del Giro.