Negli anni Cinquanta Valentino Rolando e il suo amico
d'infanzia Adriano Sada sono stati i primi ita...

Negli anni Cinquanta Valentino Rolando e il suo amico
d'infanzia Adriano Sada sono stati i primi italiani a fare un viaggio in
bicicletta attorno al mondo. Nessuna preparazione e pochi soldi, ecco la storia
di una grande e pazza avventura.
Valentino Rolando
è nato nel 1927 e di anni ne aveva 29 quando decise, insieme all'amico di
infanzia Adriano Sada di fare un viaggio
in bicicletta. Forse nessuno si immaginava che la loro follia sarebbe
entrata nella storia, addirittura avrebbe segnato un grande primato per il cicloturismo: diventarono i primi italiani a fare il giro del mondo su due ruote.
Era l'estate del 1956 e fu Valentino a proporre di fare un
viaggio intorno al mondo all'amico di sempre Adriano. Organizzazione zero, o
meglio, il minimo, preparazione men che meno. Entrambi lavoravano e non avevano
esperienze di viaggi e di pedalate ma nulla gli impedì di lasciare tutto e
partire. Due 'Frejus' come compagne,
raggi di ricambio della misura sbagliata e carrellini per i bagagli che
abbandonarono presto per la scomodità. Ad amici e parenti lo dissero soltanto a
cose fatte, dopo otto giorni, quando arrivarono a Trieste. Da lì cominciò il
loro autentico viaggio: prima i Balcani poi la Turchia, la Siria e l'Iraq. Il
loro primo Natale da viaggiatori vagabondi '“ o quasi '“ perché si fermarono
proprio qui per lavorare per sei mesi con un'azienda italiana per proseguire il
loro percorso con più tranquillità verso l'Afghanistan, il Pakistan, l'India e
il Giappone, imbarcandosi con una nave italiana per gli Stati Uniti, una nave
cargo ovviamente che li fece restare per mare diciotto lunghi giorni. Nell'inverno
del '58 tornarono a La Spezia con 27.936
chilometri percorsi in bicicletta per un'avventura incredibile, a tratti pericolosa,
a tratti sorprendente, alla scoperta di tradizioni lontanissime e di luoghi
sperduti.
Di quel viaggio rimangono le fotografie che scattava Adriano e le pagine di diario che scriveva Valentino '“ che sono diventate un
libro - autentico reportage di un'avventura che aprì la storia del cicloturismo
italiano. Dopo di loro, tantissimi ciclisti viaggiatori appassionati si misero
in sella per realizzare un sogno.
Segnarono sulle mappe nuovi itinerari, nuovi progetti che d'improvviso
divennero possibili perché altri li avevano portati miracolosamente a termine.
Di quel viaggio rimane la filosofia
condivisa da tutti i cicloturisti di ieri e di oggi, il rapporto perfetto e
inspiegabile tra l'esploratore e la sua bicicletta.