Dopo tante chiacchiere, pronostici e sensazioni, la strada
ha emesso il suo verdetto e ha consacrato...

Dopo tante chiacchiere, pronostici e sensazioni, la strada
ha emesso il suo verdetto e ha consacrato Alejandro Valverde, che dopo 15 anni
e 12 Mondiali è riuscito a sfatare questo tabù che nel corso della sua
lunghissima carriera era ormai diventato un'ossessione.
Consapevole di essere quasi certamente davanti all'ultima possibilità di vincere un Mondiale,
Alejandro, supportato da una Spagna che per una volta è stata compatta e unita attorno ad un solo uomo, non ha sbagliato
nulla evitando quella che a conti fatti sarebbe diventata la beffe delle beffe,
perché una volta staccato Alaphilippe,
tra i corridori rimasti in lizza per la vittoria era indiscutibilmente il più
veloce nonché il più esperto e solo una distrazione o la sfortuna avrebbero
potuto negargli quella maglia iridata che da sogno era diventata prima magnifica
e poi 'maledetta' ossessione, prima
di diventare una bellissima realtà, domenica pomeriggio poco prima delle
cinque, quando subito dopo aver tagliato il traguardo ha mostrato al mondo
tutta le sua emozione passando dall'urlo di gioia sul traguardo, al pianto del
dopo gara che ha fatto capire a tutti quanto
tenesse a questa corsa.
Se per Valverde la vittoria è stata la consacrazione
definitiva, la prova di domenica ha rimandato quella di Julian Alaphilippe che
avrà modo di rifarsi vista la giovane età e la classe di cui dispone. Il
Francese che quest'anno ha battuto Valverde alla freccia, in quello che era idealmente un passaggio di testimone è
mancato sul muro finale quando ormai era ad un passo dal giocarsi la maglia
iridata, la sua resa ha lanciato Romain
Bardet che deve accontentarsi ancora di un secondo posto ma che dimostra
una volta in più di essere un vero campione, che sicuramente riuscirà a
togliersi grandi soddisfazioni se eviterà di ossessionarsi con il Tour de
France. Forse per Woods, il più brillante sul muro finale, una chance
del genere di conquistare il Mondiale non tornerà più ma il canadese è stato
colui che con le sue accelerazioni ha indirizzato la corsa, facendo perdere ad
un grande Gianni Moscon la
possibilità di giocarsi la maglia iridata. Il trentino, quinto alla fine, ha
dimostrato nuovamente di avere le stimmate
del predestinato e dovrebbe avere altre chance di giocarsi un mondiale. Tra
i protagonisti impossibile non citare Tom
Dumoulin che dopo una stagione in cui ha lottato per vincere Giro e Tour è
riuscito a giocarsi anche il Mondiale, dimostrando a tutti che non è così
impossibile essere competitivo in tre periodi diversi della stagione.

Tra le grandi delusioni di giornata ci sono i gemelli Yates che pur avendo dalla loro
un percorso ideale per le loro caratteristiche e una condizione, quantomeno
sulla carta eccellente, non sono mai stati della partita, con Simon che alla
recente Vuelta aveva 'stracciato' Valverde nelle ultime due tappe di montagna,
uscito di scena ad una cinquantina di km
dal traguardo e Adam, vero sparacchio per tutti, avendo corso la Vuelta in
preparazione a questa gara, sempre in coda al gruppo negli ultimi 100
chilometri e incapace di lasciare il segno nell'ultimo giro quando ha perso
contatto dai migliori non appena è iniziato il muro finale. Negativissima la giornata della Colombia che tra
Uran, Quintana, Sergio Henao e Migeuel Ange Lopez, pur non avendo il favorito
di giornata, aveva un quartetto che avrebbe potuto incendiare la corsa, invece
non li abbiamo mai visti.
Giornata amara anche per due corridori come Poels e Kwiatkowski che in maglia Sky, lavorando da gregari hanno spesso
mostrato di averne più di tanti capitani, ma una giornata storta come quella di
ieri non pregiudica il loro valore, anche se, soprattutto per l'olandese, visto
il percorso, questa era una grandissima occasione. Occasione che difficilmente
ricapiterà a Vincenzo Nibali che a
causa della caduta al Tour, non ha potuto giocarsi come avrebbe voluto le sue
chance.
In tanti sognavano questa maglia iridata e speravano di
succedere a Peter Sagan ma quasi
nessuno la meritava più di Valverde ed è stato bellissimo assistere al trionfo
di questo campione dopo un inseguimento iniziato il 12 ottobre 2003 ad Hamilton
in Canada e durato 5467 giorni.