Le Classiche del Nord sono sempre più vicine, ecco alcuni
consigli per affrontare il pavé in bicicle...

Le Classiche del Nord sono sempre più vicine, ecco alcuni
consigli per affrontare il pavé in bicicletta.
Il prossimo weekend si correrà l'E3 Harelbeke e la Gand-Wevelgem,
antipasti che lasceranno il posto al vero e proprio spettacolo di Fiandre e Roubaix. Molti si stanno preparando a provare l'emozione di pedalare
su quelle strade insidiose e
leggendarie. Ma quali sono i trucchi per affrontarle al meglio?
Vediamoli insieme.
IL PERCORSO
Il vero problema di pedalare sul pavé non sono le pietre in
sé, piuttosto le vie di fuga che si creano tra una pietra e l'altra, essendo
rustiche strade di campagna. Lo spazio vuoto in cui rischia di andare a finire
la ruota della bicicletta è uno dei fattori
di rischio del correre sui famosi cobbles. Detto questo, una delle regole
basilari resta sempre quella di pedalare nella parte alta del pavé dove in
genere i sassi sono più regolari. Le condizioni climatiche naturalmente
impattano notevolmente sulla difficoltà del percorso, è bene quindi ricordarsi
che la parte esterna dei settori, in caso di pioggia, diventa un acquitrino
molto pericoloso e per evitare cadute o scivolamenti la traiettoria deve essere il più centrale possibile,
evitando le curve strette.
LA POSIZIONE
La rigidità in sella è fortemente penalizzante per chi
decide di affrontare il pavé del Nord, è infatti consigliata una posizione morbida e rilassata proprio
perché la bicicletta riceve scossoni e vibrazioni continue, colpendo i muscoli
e sottoponendoli ad un altissimo livello
di stress. Se questi ultimi non vengono contratti troppo è più facile che
assorbano gli urti e attutiscano il dolore durante la pedalata e anche nel post
corsa. Su un terreno del genere anche i più piccoli dettagli contano come
la posizione delle mani sul manubrio che non vanno tenute sui paramani
per evitare di sprecare molta energia nel controllo del mezzo, piuttosto si
consiglia di impugnare il manubrio nella parte centrale della piega o sui drop.
Infine, anche la posizione in bicicletta
è un fattore da non sottovalutare. In condizioni di meteo avverso, i tratti in
pavé diventano ancora più instabili e per questo è buona cosa arretrare un po'
sulla sella in modo che la maggior parte del peso si concentri sulla ruota
posteriore, evitando slittamenti e cadute.

I TUBOLARI
La possibilità di forature
è naturalmente molto alta ed è per questo uno degli accorgimenti più utili
è quello da prendere sui tubolari. I
soliti da 23 millimetri sono praticamente impossibili da utilizzare proprio per
lo spazio tra una pietra e l'altra. Il consiglio è quello di partire almeno da
un 25 mm per poi passare ai 30-36. Il segreto, secondo i meccanici più esperti
che hanno seguito per anni i pro in queste corse, sarebbe anche la stagionatura dei tubolari, in un luogo
chiuso e senza luce, che pare risulti perfetta dopo due o tre anni e li
renderebbe ultra resistenti alle temute forature.
IL RITMO
Il ritmo è molto importante sul pavé, proprio perché i
continui contraccolpi rendono difficilissima un'andatura costante. E'
consigliato tenere una frequenza di
pedalata intorno ai 90 pm, non di più e non di meno: una frequenza più
bassa renderebbe impossibile i necessari rilanci e una più alta farebbe perdere
aderenza nel terreno. E' meglio scegliere un rapporto corto e spingere sui
pedali mantenendo un ritmo il più lineare possibile.