Damiano Cunego non
parteciperà al Giro d'Italia e ha deciso che chiuderà la sua carriera a giugno,
l...

Damiano Cunego non
parteciperà al Giro d'Italia e ha deciso che chiuderà la sua carriera a giugno,
lottando per il Tricolore.
Con il mancato invito della Nippo Vini Fantini al Giro d'Italia numero 101, possiamo
definire chiusa la storia tra Damiano
Cunego e la corsa rosa. Una storia fatta di undici capitoli con la bellissima pagina del 2004 che lo vide
trionfare al termine di una corsa interpretata magistralmente, con 11 giorni in maglia rosa e quattro
successi di tappa. Con l'invito al Giro,
Damiano avrebbe chiuso la sua carriera a Roma il prossimo 27 maggio, invece, la
chiuderà il prossimo 24 giugno al campionato italiano.
Se fino al 2009, dopo la vittoria del Giro, sono comunque
arrivati tre Lombardia (04-07-08), un'Amstel (08), un argento Mondiale
(Varese 08), la maglia bianca al Tour (06), un quarto (06) e un quinto (07)
posto al Giro, un terzo posto sia alla Liegi (06) che alla Freccia (09) e due
tappe alla Vuelta (09), dal 2010 in avanti, la sua carriera si è trascinata
quasi stancamente tra la necessità di
puntare sulle classiche e la voglia
di non tralasciare i grandi giri, senza mai decidere veramente su quali
corse puntare, per provare ad ottenere quantomeno risultati in linea col
proprio passato.

Di certo, a lui che da sempre è stato uno dei paladini della
lotta al doping, non ha fatto bene l'inchiesta di Mantova sulla Lampre dalla quale ne è uscito pulito ma dalla quale
è stato comunque sporcato. Gli ultimi anni in Lampre, a parte qualche buona
prestazione come il Tour 2011 chiuso al sesto posto o il Tour de Suisse perso
per soli 4" sempre nel 2011, lo vedono sempre più in ombra, al punto tale che dopo un'intera carriera
nella stessa squadra, per la stagione 2015, decide di firmare con la Nippo.
Nemmeno il cambio di squadra riesce a rivitalizzarlo, visto
che arrivano principalmente buoni piazzamenti in corse minori e il secondo
posto nella classifica dei GPM al Giro 2016. La prima vittoria in maglia Nippo
arriva solo nel Luglio 2017, quando riesce a spezzare un digiuno di oltre 4
anni, in una tappa del Tour of Qinghai
Lake, corsa nella quale nel 2003 aveva raccolto i primi successi della sua
carriera in maglia Saeco.
In quest'ultima stagione, proverà a lasciare un ultimo segno
in qualche grande corsa, come Sanremo, Amstel, Tirreno o Tour de Suisse dove la
sua Nippo è stata invitata al contrario del Giro. Visto che da anni non riesce
ad essere protagonista nelle grandi corse, non
è lecito aspettarsi grandi risultati ma per quello che ha fatto in carriera
e per il modo in cui lo ha fatto, col suo nome mai in mezzo a vicende di
doping, in anni davvero difficili da questo punto di vista, merita la passerella sui grandi
palcoscenici prima di appendere la bici al chiodo e il Giro sarebbe stato
l'occasione ideale ma di certo non si può biasimare RCS per aver fatto scelte
diverse.
Ora che siamo giunti alla fine della carriera di Damiano, di
lui, a seconda dei punti di vista, resterà il ricordo di un incompiuto o meglio di un ragazzo che da giovanissimo ha toccato
risultati straordinari e che una volta giunto all'età della maturità ciclistica
ha praticamente smesso di vincere, o
di un corridore che probabilmente in giovane età ha vinto più di quanto era
lecito aspettarsi o per quanto poi mostrato nell'arco della sua carriera.
Forse tutti siamo stati abbagliati dal talento precoce di un
ragazzo che è apparso in tutta la sua esuberanza sulla scena ciclistica pochi
mesi dopo che ci aveva lasciato Marco
Pantani. Probabilmente vedere un corridore così giovane capace di vincere
un Giro dopo aver corso all'attacco sin dalle prime tappe, ci aveva illuso di
aver trovato un corridore capace di
alleviare il dolore per la perdita del simbolo del nostro ciclismo. Forse
l'errore principale nel giudicare Damiano, sta proprio lì e in
quell'investitura così pesante e difficile da sostenere per chiunque.