Elia Viviani ha già inaugurato la stagione con un successo e
sembra pronto a prendersi lo scettro di...

Elia Viviani ha già inaugurato la stagione con un successo e
sembra pronto a prendersi lo scettro di re delle volate.
Il 16 Settembre scorso, in quel di Madrid, Elia Viviani aveva chiuso una stagione
fantastica andando a vincere anche l'ultima tappa della Vuelta e portando a 18 i suoi successi stagionali, un
numero che gli ha consentito di essere il corridore
più vincente dell'anno con quattro affermazioni in più rispetto al Campione
del Mondo Alejandro Valverde e al
velocista olandese Dylan Groenewegen,
col quale si era "scontrato" solo ad inizio stagione tra Dubai Tour e
Parigi - Nizza. Pochi giorni fa, dall'altra parte del mondo, al Tour Down Under,
ha iniziato allo stesso modo la stagione, andando a cogliere il primo successo stagionale.
Dopo l'oro nell'Omnium
a Rio 2016, la sua carriera è svoltata, con Elia che ha raggiunto una
consapevolezza che fino a quel giorno pareva non appartenergli. Dopo il gran
finale di stagione 2017 con i successi, a Ploauy e ad Amburgo in due classiche
WT, la svolta è arrivata lo scorso anno con il passaggio dalla Sky alla Quick Step, dove ha trovato sicuramente maggiore
fiducia nei suoi mezzi e un supporto decisamente diverso da parte di una
squadra che pur perdendo Kittel ha continuato a rimanere il punto di riferimento per le volate e ad avere il treno migliore
del gruppo.

Complice l'avanzare dell'età di Cavendish e Greipel e le
difficoltà di Kittel, lo scorso anno abbiamo assistito ad un certo
rimescolamento dei valori tra i velocisti e da questa situazione è emerso alla grandissima Elia Viviani,
che vittoria dopo vittoria ha iniziato a scalare le gerarchie in squadra e nel
gruppo fino a diventare uno dei migliori velocisti del mondo, con Lefevre che
ha fatto partire Gaviria, consegnandogli di fatto i gradi di capitano del team
per quanto riguarda le volate.
Questa nuova dimostrazione di fiducia deve essere la base su
cui costruire un 2019 ancora migliore
della passata stagione, un anno in cui confermarsi sulle strade del Giro prima
di puntare a sbaragliare la concorrenza su quelle del Tour, perché se negli
ultimi anni sempre più uomini da GT hanno scelto il Giro, per quanto riguarda i
velocisti, tutti i migliori, ogni anno si danno appuntamento alla "Grande Boucle" ed è lì che
si regolano i conti e si stabilisce chi è il più forte.
Che la stagione sia iniziata nel migliore dei modi lo
dimostra il successo nella prima tappa del Tour
Down Under, dove per una volta, ha fatto tutto da solo o quasi, mostrando
oltre alla solita intelligenza tattica,
una capacità di trovare varchi impossibili e la brillantezza di rimontare
posizioni su posizioni che appartengono solo ai Re delle volate.
Dopo quanto mostrato negli ultimi mesi - dove è anche
tornato a dedicarsi con costanza alla pista, visto che Tokyo 2020 è abbastanza vicina - non è il caso di esaltarsi troppo
ma ormai conosciamo il valore di Elia ed è chiaro che per lui sia arrivato il
momento di raccogliere risultati di
prestigio anche nelle Classiche, da quella Sanremo, che inevitabilmente
sarà uno dei suoi obiettivi principali in questa seconda fase della sua
carriera, a quella Gand solo sfiorata l'anno scorso e che lo aveva fatto
piangere come un bambino, tanto grande fu la delusione per quel secondo posto
alle spalle di Sagan. Elia sembra pronto per prendersi lo scettro di Re delle
volate, qualche mese e sapremo se sarà lui a rinverdire i fasti di Cipollini e Petacchi.